Ai piedi della maestosa Rocca sorge Cefalù, uno fra i Borghi più belli d'Italia.
Sembra che il suo nome abbia origine da Kephaloidon o Kephaloidions, nome che nel locale dialetto suona come "Cifalò" e assume significati diversi come "testa" o "capo" oppure "estremità" o "punta", quindi promontorio o rocca .
C'è chi sostiene che l'etimologia del suo nome sia dovuta dalle acque che sgorgano a mare nella zona ad est di Cefalù, quindi "sorgente di mare".
Nel corso dei secoli varie vicende hanno interessato Cefalù e vari popoli l'hanno abitata lasciandone dei segni del loro passaggio.
I Normanni le ridiedero lo splendore che ebbe nel periodo greco. Ruggero II fece costruire un monumento alla cristianità che sovrasta la città come a volerla proteggere, La Cattedrale. Monumento di una bellezza ineguagliabile, al suo interno, nel catino absidale troviamo il CRISTO PANTOCRATORE. Il Cristo è raffigurato in atto benedicente con la mano destra che sembra volere indicare con le tre dita, l'unità e la trinità di Cristo e con le altre dita, leggermente arcate la duplice natura umana e divina di Cristo. Nella mano sinistra tiene il vangelo aperto sulla pagina di Gv 8,12 dove si legge, in greco e in latino" Io sono la luce del mondo, chi segue me non vagherà nelle tenebre ma avrà la luce della vita". Tutti gli apostoli e i santi dei registri inferiori tengono i libri chiusi.
La storia e la leggenda si intrecciano quando si parla della costruzione della basilica. Si narra che Ruggero II mentre si trovava in mare diretto verso Reggio, fu colto da una tempesta. In preda al panico fece il voto che avrebbe fatto erigere una chiesa e la avrebbe dedicata al Salvatore, nel luogo in cui sarebbe approdato.
Quella normanna è stata un'epoca importante ma ogni monumento della città ci racconta una storia.
L'Osterio Magno, residenza di re Ruggero, è un monumento che ha delle strutture interessanti.
Nella via Mandralisca sorge il palazzo dei baroni Piraino di Mandralisca dove oggi c'è il noto museo omonimo.
Se si costeggiano le antiche mura, verso Porta Giudecca, si vede il Belvedere alla punta di capo Marchiafava, dove era sta costruito un bastione per ammirarne il panorama.
Altra attrattiva di Cefalù è il "Lavatoio" che i cefaludesi chiamano "u ciumi" ( il fiume). Da una scalinata a "lumachella" si scende fino ad un vano coperto da una bassa volta che fa sembrare di essere in una grotta. Dalle pareti attraverso delle bocche esce l'acqua, e quando c'è l'alta marea fuoriesce dalla pavimentazione.
L'importanza di Cefalù non passò inosservata ai Ventimiglia che ebbero la città in regime feudale.
La chiesa di San Giovanni e la chiesa dell'Itria, la chiesa di San Francesco D'Assisi, la chiesa del SS . Salvatore mettono in evidenza il profondo attaccamento al divino.
La città di Cefalù è ricca di chiese, proprio ad evidenziare il profondo senso religioso che ha sempre contraddistinto i cefaludesi. Fu questo sentimento religioso che ispirò la comunità cefaludese a prediligere come stemma tre pesci con al centro il pane, sormontato dal Cristo Pantocratore che tiene nella mano sinistra il mondo e con la destra benedice. Il pesce significa "figlio di Dio Salvatore" mentre il pane è il simbolo dell'Eucarestia.